Villa Cernigliaro- ultima tappa biellese

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Dopo Candelo (BL) Nomadic Landscape è stato allestito a Villa Cernigliaro a Sordevolo: villa liberty di fine ottocento che ha visto al lavoro tra le proprie mura Antonicellli, Bobbio, Croce, Ferlinghetti e molti altri nomi rilevanti per la cultura italiana. Oggi, pur mantenendo la sua atmosfera, si accompagna alle moderne e anonime architetture industriali del “Lanificio di Sordevolo”; dal ‘700 il paese è un importante centro di produzione laniera e il lanificio in questione era un ex stabilimento Rivetti, influente azienda tessile fondata nella seconda metà dell’ottocento che ha lasciato scheletri qui e là nel biellese e non solo. Di fronte si trova il parcheggio dell’anfiteatro della “Passione sordevolese”, dove le macchine degli spettatori vengono composte tutte le sere con geometrica scientificità; la Passione è uno spettacolo di teatro popolare, impegna oltre 400 attori- cittadini che si tramandano l’appuntamento da oltre duecento anni. Per accedere alla performance di Mauro Cossu, raggiungibile dall’ingresso della Serra dei Leoni (l’ex orangerie della Villa), ci troviamo a fare uno slalom tra centurioni, bighe trainate da cavalli bardati e tuniche turchesi. 

Mauro ha messo un ceppo sopra un altro. 

Ha segato quello posto in alto, innestato un manico di legno da usare come tastiera e vi ha teso quattro fili armonici. 

Li ha interpretati il 15 sera.

Una parziale registrazione della performance del 15 luglio; foto di Paola Zorzi.

L’allestimento di NL, lasciato nel parco della villa 15 giorni prima, ha piegato le orecchie: le cartoline delle installazione si sono inchinate attorno al filo elastico. Qualche cartolina è stata “trafugata” da visitatori giunti da oltre oceano; qualche altra è sparsa sul pavimento.

Prima di andarcene esploriamo le opere della collezione della villa, in particolare  E. Chopin, Roland Sabatier “Oeuvres d’exstrophie Esthètique” e http://ripostelettriste.blogspot.com/ Troviamo installata una temporanea di di Alessio Larocchi “Carte di ninfa”. Carlotta Cernigliaro ci racconta dell’interazione con i lettristi e i sotto movimenti Fluxus dediti alla poesia visiva, poesia concreta e fluida che hanno collaborato con lei e la villa; di Conz, Bonotto e Peterlini. Ripartiamo.

Uscendo passiamo di fronte ai due cumuli di resti che avevo fatto con la performance “Quanto in alto posso andare” raccogliendo foglie secche. 

Uno ha resistito, l’altro è stato “ripulito”: quando si fa un’azione quell’azione “attenziona” spazi e oggetti. Non credo che chi ha buttato le foglie di bambù oggetto della performance fosse consapevole, ma prima che io le raccogliessi erano state lì per mesi. 

Per ora sI torna alla base in Vallecamonica. Prossima tappa a inizio settembre a Padenghe sul Garda, presso la cascina conosciuta come Eremo Betania. Poi Sardegna.